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Come individuare opportunità di miglioramento ISO 9001 attraverso dati, audit e non conformità

22 dicembre 2025

Individuare opportunità di miglioramento è una delle attività più concrete e strategiche richieste dalla ISO 9001. Non basta avere un SGQ documentato: è necessario utilizzarlo per individuare inefficienze e trasformarle in progetti che generano valore.

1. Analizzare i dati: la base del miglioramento

L’obiettivo cardine di un Sistema di Gestione per la Qualità è individuare i fattori che permettono di misurare la qualità. Dove esiste misurazione, esistono conoscenza e possibilità di intervento.

Numeri e dati sono il linguaggio con cui parlano i processi e i mercati. La piena padronanza di queste grandezze consente di prendere decisioni oggettive, evitando valutazioni soggettive che possono nascondere problemi strutturali.

Cosa monitorare: KPI più impattanti per ogni processo aziendale (esempi)

  • Produzione: tempi, qualità, costi, incidenti

  • Risorse Umane: turnover, assenze, malattia, obiettivi, formazione

  • Acquisti: saving, valutazione fornitori, tempi

  • Vendite: tempi, volumi, fatturato, feedback clienti

  • Qualità: reclami, tempi di risoluzione, ricorrenze, gravità

  • Clienti: score index, soddisfazione, reclami

  • Fornitori: non conformità/volume, tempi, costi, comunicazione

Un semplice aumento dei tempi di consegna, se correttamente tracciato e analizzato tramite KPI adeguati, può rivelare un collo di bottiglia nel processo produttivo o nella gestione della supply chain.

2. Audit interni: l’opportunità più potente (e spesso sottovalutata)

Audit deriva dal latino audire e significa “ascolto”. Lontano dall’essere un obbligo burocratico, l’audit consente a una figura esperta di ascoltare, analizzare e valutare l’andamento dell’azienda con l’obiettivo di individuare criticità e migliorarle.

L’audit non è un giudizio sulle figure operative né solo un momento di valutazione. È anche un’occasione di confronto, crescita e miglioramento affrontata da un punto di vista sistemico e olistico.

L’audit, in breve:

  • verifica la conformità ai requisiti ISO 9001

  • individua inefficienze nei processi

  • anticipa i rischi

  • fornisce un quadro chiaro su cui impostare azioni di miglioramento

  • ascolta l’azienda nel suo complesso e la orienta verso un piano di miglioramento continuo

Gli audit esterni aggiungono inoltre oggettività e permettono il confronto con le best practice del settore.

3. Il ruolo del Riesame della Direzione

La Direzione analizza i dati provenienti dai KPI di ogni processo, le risultanze degli audit, i feedback dei clienti, le non conformità, gli incidenti e le criticità rilevate. Queste informazioni vengono elaborate insieme ai piani di sviluppo aziendali per definire:

  • revisione delle priorità

  • revisione degli obiettivi

  • azioni correttive con tempi e risorse previste

  • piani strategici per l’anno successivo

Un riesame efficace evita che il miglioramento sia lasciato al caso.

4. Non conformità e azioni correttive: la radice del miglioramento vero

Ogni non conformità è spesso il sintomo visibile di un’inefficienza che, se non affrontata con metodo, rischia di diventare ricorrente.

L’approccio corretto, previsto dalla norma, passa almeno attraverso i seguenti passaggi:

  • identificare e descrivere il problema, raccogliendo in modo scientifico il maggior numero possibile di dati grezzi (osservazioni e interviste)

  • elaborare i dati per individuare relazioni di causalità e concausalità

  • distinguere le cause primarie da quelle derivate, individuando le cause radice

  • analizzare perché il problema non è stato intercettato in precedenza

  • valutare interventi sia sull’origine del problema sia sulla sua intercettabilità

  • definire soluzioni efficaci in ottica preventiva

  • verificare l’efficacia delle azioni intraprese

  • comunicare i cambiamenti alle parti interessate e prevedere momenti di formazione

  • registrare i cambiamenti e condividerli con il cliente, se pertinente

In questo modo, un errore diventa l’occasione per individuare e sanare un’inefficienza, trasformando una debolezza in un miglioramento permanente.

Perché questo approccio funziona

Perché trasforma la qualità in una disciplina basata su dati e fatti. L’azienda passa dal tamponare problemi già avvenuti al prevenirli, ottenendo processi più efficienti, clienti più soddisfatti e una crescita costante. Contattaci per intraprendere questo percorso assieme in maniera rapida, snella e efficace.

Individuare opportunità di miglioramento è una delle attività più concrete e strategiche richieste dalla ISO 9001. Non basta avere un SGQ documentato: è necessario utilizzarlo per individuare inefficienze e trasformarle in progetti che generano valore.

1. Analizzare i dati: la base del miglioramento

L’obiettivo cardine di un Sistema di Gestione per la Qualità è individuare i fattori che permettono di misurare la qualità. Dove esiste misurazione, esistono conoscenza e possibilità di intervento.

Numeri e dati sono il linguaggio con cui parlano i processi e i mercati. La piena padronanza di queste grandezze consente di prendere decisioni oggettive, evitando valutazioni soggettive che possono nascondere problemi strutturali.

Cosa monitorare: KPI più impattanti per ogni processo aziendale (esempi)

  • Produzione: tempi, qualità, costi, incidenti

  • Risorse Umane: turnover, assenze, malattia, obiettivi, formazione

  • Acquisti: saving, valutazione fornitori, tempi

  • Vendite: tempi, volumi, fatturato, feedback clienti

  • Qualità: reclami, tempi di risoluzione, ricorrenze, gravità

  • Clienti: score index, soddisfazione, reclami

  • Fornitori: non conformità/volume, tempi, costi, comunicazione

Un semplice aumento dei tempi di consegna, se correttamente tracciato e analizzato tramite KPI adeguati, può rivelare un collo di bottiglia nel processo produttivo o nella gestione della supply chain.

2. Audit interni: l’opportunità più potente (e spesso sottovalutata)

Audit deriva dal latino audire e significa “ascolto”. Lontano dall’essere un obbligo burocratico, l’audit consente a una figura esperta di ascoltare, analizzare e valutare l’andamento dell’azienda con l’obiettivo di individuare criticità e migliorarle.

L’audit non è un giudizio sulle figure operative né solo un momento di valutazione. È anche un’occasione di confronto, crescita e miglioramento affrontata da un punto di vista sistemico e olistico.

L’audit, in breve:

  • verifica la conformità ai requisiti ISO 9001

  • individua inefficienze nei processi

  • anticipa i rischi

  • fornisce un quadro chiaro su cui impostare azioni di miglioramento

  • ascolta l’azienda nel suo complesso e la orienta verso un piano di miglioramento continuo

Gli audit esterni aggiungono inoltre oggettività e permettono il confronto con le best practice del settore.

3. Il ruolo del Riesame della Direzione

La Direzione analizza i dati provenienti dai KPI di ogni processo, le risultanze degli audit, i feedback dei clienti, le non conformità, gli incidenti e le criticità rilevate. Queste informazioni vengono elaborate insieme ai piani di sviluppo aziendali per definire:

  • revisione delle priorità

  • revisione degli obiettivi

  • azioni correttive con tempi e risorse previste

  • piani strategici per l’anno successivo

Un riesame efficace evita che il miglioramento sia lasciato al caso.

4. Non conformità e azioni correttive: la radice del miglioramento vero

Ogni non conformità è spesso il sintomo visibile di un’inefficienza che, se non affrontata con metodo, rischia di diventare ricorrente.

L’approccio corretto, previsto dalla norma, passa almeno attraverso i seguenti passaggi:

  • identificare e descrivere il problema, raccogliendo in modo scientifico il maggior numero possibile di dati grezzi (osservazioni e interviste)

  • elaborare i dati per individuare relazioni di causalità e concausalità

  • distinguere le cause primarie da quelle derivate, individuando le cause radice

  • analizzare perché il problema non è stato intercettato in precedenza

  • valutare interventi sia sull’origine del problema sia sulla sua intercettabilità

  • definire soluzioni efficaci in ottica preventiva

  • verificare l’efficacia delle azioni intraprese

  • comunicare i cambiamenti alle parti interessate e prevedere momenti di formazione

  • registrare i cambiamenti e condividerli con il cliente, se pertinente

In questo modo, un errore diventa l’occasione per individuare e sanare un’inefficienza, trasformando una debolezza in un miglioramento permanente.

Perché questo approccio funziona

Perché trasforma la qualità in una disciplina basata su dati e fatti. L’azienda passa dal tamponare problemi già avvenuti al prevenirli, ottenendo processi più efficienti, clienti più soddisfatti e una crescita costante. Contattaci per intraprendere questo percorso assieme in maniera rapida, snella e efficace.

Individuare opportunità di miglioramento è una delle attività più concrete e strategiche richieste dalla ISO 9001. Non basta avere un SGQ documentato: è necessario utilizzarlo per individuare inefficienze e trasformarle in progetti che generano valore.

1. Analizzare i dati: la base del miglioramento

L’obiettivo cardine di un Sistema di Gestione per la Qualità è individuare i fattori che permettono di misurare la qualità. Dove esiste misurazione, esistono conoscenza e possibilità di intervento.

Numeri e dati sono il linguaggio con cui parlano i processi e i mercati. La piena padronanza di queste grandezze consente di prendere decisioni oggettive, evitando valutazioni soggettive che possono nascondere problemi strutturali.

Cosa monitorare: KPI più impattanti per ogni processo aziendale (esempi)

  • Produzione: tempi, qualità, costi, incidenti

  • Risorse Umane: turnover, assenze, malattia, obiettivi, formazione

  • Acquisti: saving, valutazione fornitori, tempi

  • Vendite: tempi, volumi, fatturato, feedback clienti

  • Qualità: reclami, tempi di risoluzione, ricorrenze, gravità

  • Clienti: score index, soddisfazione, reclami

  • Fornitori: non conformità/volume, tempi, costi, comunicazione

Un semplice aumento dei tempi di consegna, se correttamente tracciato e analizzato tramite KPI adeguati, può rivelare un collo di bottiglia nel processo produttivo o nella gestione della supply chain.

2. Audit interni: l’opportunità più potente (e spesso sottovalutata)

Audit deriva dal latino audire e significa “ascolto”. Lontano dall’essere un obbligo burocratico, l’audit consente a una figura esperta di ascoltare, analizzare e valutare l’andamento dell’azienda con l’obiettivo di individuare criticità e migliorarle.

L’audit non è un giudizio sulle figure operative né solo un momento di valutazione. È anche un’occasione di confronto, crescita e miglioramento affrontata da un punto di vista sistemico e olistico.

L’audit, in breve:

  • verifica la conformità ai requisiti ISO 9001

  • individua inefficienze nei processi

  • anticipa i rischi

  • fornisce un quadro chiaro su cui impostare azioni di miglioramento

  • ascolta l’azienda nel suo complesso e la orienta verso un piano di miglioramento continuo

Gli audit esterni aggiungono inoltre oggettività e permettono il confronto con le best practice del settore.

3. Il ruolo del Riesame della Direzione

La Direzione analizza i dati provenienti dai KPI di ogni processo, le risultanze degli audit, i feedback dei clienti, le non conformità, gli incidenti e le criticità rilevate. Queste informazioni vengono elaborate insieme ai piani di sviluppo aziendali per definire:

  • revisione delle priorità

  • revisione degli obiettivi

  • azioni correttive con tempi e risorse previste

  • piani strategici per l’anno successivo

Un riesame efficace evita che il miglioramento sia lasciato al caso.

4. Non conformità e azioni correttive: la radice del miglioramento vero

Ogni non conformità è spesso il sintomo visibile di un’inefficienza che, se non affrontata con metodo, rischia di diventare ricorrente.

L’approccio corretto, previsto dalla norma, passa almeno attraverso i seguenti passaggi:

  • identificare e descrivere il problema, raccogliendo in modo scientifico il maggior numero possibile di dati grezzi (osservazioni e interviste)

  • elaborare i dati per individuare relazioni di causalità e concausalità

  • distinguere le cause primarie da quelle derivate, individuando le cause radice

  • analizzare perché il problema non è stato intercettato in precedenza

  • valutare interventi sia sull’origine del problema sia sulla sua intercettabilità

  • definire soluzioni efficaci in ottica preventiva

  • verificare l’efficacia delle azioni intraprese

  • comunicare i cambiamenti alle parti interessate e prevedere momenti di formazione

  • registrare i cambiamenti e condividerli con il cliente, se pertinente

In questo modo, un errore diventa l’occasione per individuare e sanare un’inefficienza, trasformando una debolezza in un miglioramento permanente.

Perché questo approccio funziona

Perché trasforma la qualità in una disciplina basata su dati e fatti. L’azienda passa dal tamponare problemi già avvenuti al prevenirli, ottenendo processi più efficienti, clienti più soddisfatti e una crescita costante. Contattaci per intraprendere questo percorso assieme in maniera rapida, snella e efficace.

Individuare opportunità di miglioramento è una delle attività più concrete e strategiche richieste dalla ISO 9001. Non basta avere un SGQ documentato: è necessario utilizzarlo per individuare inefficienze e trasformarle in progetti che generano valore.

1. Analizzare i dati: la base del miglioramento

L’obiettivo cardine di un Sistema di Gestione per la Qualità è individuare i fattori che permettono di misurare la qualità. Dove esiste misurazione, esistono conoscenza e possibilità di intervento.

Numeri e dati sono il linguaggio con cui parlano i processi e i mercati. La piena padronanza di queste grandezze consente di prendere decisioni oggettive, evitando valutazioni soggettive che possono nascondere problemi strutturali.

Cosa monitorare: KPI più impattanti per ogni processo aziendale (esempi)

  • Produzione: tempi, qualità, costi, incidenti

  • Risorse Umane: turnover, assenze, malattia, obiettivi, formazione

  • Acquisti: saving, valutazione fornitori, tempi

  • Vendite: tempi, volumi, fatturato, feedback clienti

  • Qualità: reclami, tempi di risoluzione, ricorrenze, gravità

  • Clienti: score index, soddisfazione, reclami

  • Fornitori: non conformità/volume, tempi, costi, comunicazione

Un semplice aumento dei tempi di consegna, se correttamente tracciato e analizzato tramite KPI adeguati, può rivelare un collo di bottiglia nel processo produttivo o nella gestione della supply chain.

2. Audit interni: l’opportunità più potente (e spesso sottovalutata)

Audit deriva dal latino audire e significa “ascolto”. Lontano dall’essere un obbligo burocratico, l’audit consente a una figura esperta di ascoltare, analizzare e valutare l’andamento dell’azienda con l’obiettivo di individuare criticità e migliorarle.

L’audit non è un giudizio sulle figure operative né solo un momento di valutazione. È anche un’occasione di confronto, crescita e miglioramento affrontata da un punto di vista sistemico e olistico.

L’audit, in breve:

  • verifica la conformità ai requisiti ISO 9001

  • individua inefficienze nei processi

  • anticipa i rischi

  • fornisce un quadro chiaro su cui impostare azioni di miglioramento

  • ascolta l’azienda nel suo complesso e la orienta verso un piano di miglioramento continuo

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3. Il ruolo del Riesame della Direzione

La Direzione analizza i dati provenienti dai KPI di ogni processo, le risultanze degli audit, i feedback dei clienti, le non conformità, gli incidenti e le criticità rilevate. Queste informazioni vengono elaborate insieme ai piani di sviluppo aziendali per definire:

  • revisione delle priorità

  • revisione degli obiettivi

  • azioni correttive con tempi e risorse previste

  • piani strategici per l’anno successivo

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4. Non conformità e azioni correttive: la radice del miglioramento vero

Ogni non conformità è spesso il sintomo visibile di un’inefficienza che, se non affrontata con metodo, rischia di diventare ricorrente.

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  • identificare e descrivere il problema, raccogliendo in modo scientifico il maggior numero possibile di dati grezzi (osservazioni e interviste)

  • elaborare i dati per individuare relazioni di causalità e concausalità

  • distinguere le cause primarie da quelle derivate, individuando le cause radice

  • analizzare perché il problema non è stato intercettato in precedenza

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